Martina e il peccato Senza Preservativo : Racconto Erotico

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Una notte di rivelazioni

Martina aveva 65 anni e, come molte donne della sua età, si era rassegnata alla monotonia della vita matrimoniale. Il suo corpo, ancora desiderabile, veniva ignorato da un marito che ormai la guardava solo come una presenza abituale, una figura familiare con cui condivideva cene silenziose e notti prive di passione. Ma dentro di lei ribolliva ancora un desiderio inconfessabile, una pulsione oscura che nemmeno a se stessa aveva mai osato ammettere.

Fu durante una cena tra amiche che sentì parlare di un supermercato molto particolare, un luogo a Milano dove i single mettevano una pizza nel carrello per segnalare la loro disponibilità a incontri occasionali. A raccontarlo fu Vanessa, un’amica più giovane e sfacciata, che tra un bicchiere di vino e l’altro svelò dettagli che fecero fremere Martina.

“Funziona così,” spiegò Vanessa con un sorriso malizioso. “Tu entri, prendi una pizza e aspetti. Se un uomo fa lo stesso e vi scambiate lo sguardo giusto, il gioco è fatto. Molti finiscono direttamente nel parcheggio, senza troppi convenevoli.”

Martina deglutì. L’idea di essere scelta in un luogo pubblico, di essere presa da un uomo sconosciuto in modo diretto e brutale, la eccitò in un modo che non avrebbe mai immaginato. Passò tutta la sera con il pensiero fisso su quella rivelazione, fantasticando su quello che sarebbe potuto accadere se solo avesse avuto il coraggio di andare.

Quella notte, mentre suo marito dormiva accanto a lei, Martina si toccò immaginando di essere nel parcheggio, sotto un uomo che non aveva mai visto prima, che la prendeva senza domande, senza esitazioni… senza protezioni. Il pensiero di sentirlo venire dentro di lei la fece rabbrividire.

Provò a distrarsi, accendendo il cellulare. Iniziò a navigare senza meta, finché non si imbatté in un servizio di telefono erotico. Il pensiero di poter parlare con un uomo sconosciuto, di sentire la sua voce mentre le sussurrava fantasie proibite, la fece tremare di eccitazione. Era la prima volta che considerava l’idea di chiamare, e con il cuore che batteva forte digitò il numero.

Dall’altro capo della linea, una voce profonda e sensuale rispose. “Dimmi, cosa stai indossando?”

Martina trattenne il fiato. Non disse nulla per un attimo, poi lasciò che le parole uscissero da sole. “Un pigiama sottile… ma vorrei essere in tacchi alti e con niente addosso.”

Il dialogo si trasformò in un crescendo di desiderio. Il solo sentire un uomo sconosciuto eccitarsi per lei la fece venire con un brivido lungo la schiena. Ma non bastava.

Il giorno dopo, si alzò con una decisione incrollabile.

La trasformazione di Martina

Martina si preparò con cura, scegliendo un completo che esaltasse il suo corpo ancora sodo e desiderabile. Indossò una gonna stretta che sfiorava appena le cosce e una camicetta bianca che lasciava intravedere il reggiseno di pizzo. Ai piedi, un paio di tacchi alti rossi, perché sapeva che gli uomini adoravano quel tocco di audacia.

Entrò nel supermercato con il battito accelerato. Il cuore le martellava nel petto mentre si dirigeva verso la sezione dei surgelati. Prese una pizza e la posò con calma nel carrello, poi si guardò intorno con discrezione.

Fu allora che lo vide.

Un uomo sulla cinquantina, ben vestito, sicuro di sé. Anche lui aveva nel carrello una pizza e il suo sguardo la percorse con un’intensità che la fece sentire nuda. Non ci fu bisogno di parole. L’intesa fu immediata.

Lui si avvicinò, sorridendo. “Voglia di pizza?”

Martina sorrise a sua volta, le labbra appena dischiuse. “Dipende da chi la mangia con me.”

L’uomo inclinò la testa e indicò con un cenno il parcheggio. “Forse potremmo trovare qualcosa di più interessante da fare.”

Lei non esitò.

Il peccato nel parcheggio

Il parcheggio era quasi deserto, con poche auto parcheggiate lontane. Lui la spinse con decisione contro la sua macchina, stringendola contro la portiera. Le sue mani scivolarono subito sotto la camicetta, trovando la pelle calda, mentre la bocca di lui divorava la sua con foga.

Martina gemeva già solo per il modo in cui lui la toccava. Lo voleva, lo voleva da impazzire. Sapeva che stava facendo qualcosa di sbagliato, qualcosa di pericoloso. Ma proprio questo rendeva tutto così eccitante.

Lui si sbottonò i pantaloni con un gesto veloce, il respiro pesante contro il suo collo. Estrasse un preservativo dalla tasca e fece per indossarlo, ma Martina lo fermò, prendendogli la mano con fermezza.

“No,” sussurrò con voce rotta dall’eccitazione. “Voglio sentirti senza.”

L’uomo la guardò con un misto di sorpresa e desiderio. “Ne sei sicura?”

Martina annuì, le gambe già tremanti dall’eccitazione. “Completamente.”

Non servì altro. Lui la sollevò, facendola sedere sul cofano dell’auto, e la penetrò con un colpo profondo. Il calore del suo corpo invase Martina in un modo così primordiale da lasciarla senza fiato. Si aggrappò alle sue spalle, le unghie affondate nella pelle, mentre lui la prendeva con una foga selvaggia.

Ogni colpo la faceva impazzire, ogni spinta la portava più vicina al piacere assoluto. Sentirlo scivolare dentro di lei senza barriere, senza nulla a separarli, la faceva sentire più sporca, più eccitata, più viva.

Quando lui ansimò il suo nome e si lasciò andare completamente, venendo dentro di lei con un gemito profondo, Martina raggiunse l’orgasmo con un’intensità che la lasciò senza forze.

Il piacere del rischio

Rimasero fermi per qualche istante, i corpi incollati dal sudore e dal desiderio consumato. Lui si ritirò lentamente, ancora ansimante, e la guardò con un sorriso complice.

“Non pensavo avresti osato così tanto,” disse, accarezzandole il viso con la punta delle dita.

Martina si sistemò la gonna, ancora scossa dal piacere. “Nemmeno io.”

Si scambiarono un ultimo bacio prima che lui risalisse in macchina e si allontanasse, lasciandola lì, con il respiro ancora affannoso e il segreto di quella notte inciso nella pelle.

Tornando a casa, Martina si sentiva incredibilmente viva. Sapeva che non sarebbe stata l’ultima volta. Il supermercato non era più solo un luogo dove fare la spesa. Era diventato il suo tempio del piacere, il luogo dove poteva essere davvero sé stessa, senza filtri, senza limiti, senza protezioni.

Il desiderio che non si spegne

Nei giorni successivi, Martina non riuscì a pensare ad altro. Ogni volta che entrava in quel supermercato, sentiva il cuore battere più forte, il corpo rispondere con un brivido al semplice pensiero di rivivere quella trasgressione. Ormai, il parcheggio era diventato il suo territorio segreto, il luogo in cui poteva essere sé stessa senza filtri, senza limiti, senza rimorsi.

Le notti a casa, accanto a un marito ignaro, erano sempre più tormentate. Nel silenzio della stanza, con il respiro regolare di Mario accanto a lei, il ricordo del calore di uno sconosciuto che la prendeva senza esitazioni la eccitava fino al punto di non resistere. Accendeva il telefono e cercava quei servizi di telefono erotico che le permettevano di prolungare quel piacere proibito, di rivivere nella voce di uomini sconosciuti le sensazioni che aveva scoperto nel parcheggio.

Martina sapeva che non si sarebbe fermata. Il desiderio era diventato parte di lei, una pulsione che non poteva più ignorare. Ogni volta che si specchiava, vedeva una donna diversa, più sicura, più viva, più padrona della propria sensualità. E sapeva che, presto o tardi, sarebbe tornata in quel parcheggio, pronta a lasciarsi travolgere ancora una volta dal brivido del proibito.

Un nuovo segreto

Martina non si sentiva più la stessa donna di qualche settimana prima. Ogni volta che ripensava a quella notte, un brivido le correva lungo la schiena, risvegliando in lei quel desiderio inconfessabile che ormai faceva parte della sua natura. La routine quotidiana scorreva come sempre, tra le faccende domestiche e le uscite con le amiche, ma dentro di lei qualcosa era cambiato.

Camminava per strada con una nuova consapevolezza, percepiva gli sguardi degli uomini su di sé e sorrideva sapendo di avere un segreto che nessuno poteva immaginare. Anche con Mario era più rilassata, più attenta a non destare sospetti, ma allo stesso tempo più sicura di sé. Per la prima volta dopo anni, si sentiva padrona della propria vita, del proprio corpo, delle proprie scelte.

Sapeva che non sarebbe stata l’ultima volta. Il supermercato era diventato il suo nuovo palcoscenico, un luogo dove il desiderio poteva trasformarsi in realtà con un semplice sguardo, con un gioco di intese silenziose. Ormai, il confine tra la tentazione e l’azione era diventato sottile, quasi impercettibile. E Martina era pronta a oltrepassarlo ancora.

Il richiamo dell’ignoto

Ogni volta che tornava in quel supermercato, Martina sentiva un brivido percorrerle la pelle. Era diventato un gioco pericoloso, una tentazione a cui non riusciva più a sottrarsi. Le bastava osservare i carrelli degli uomini soli, aspettare quel segnale non detto, e sentiva già l’adrenalina scorrere nelle vene. Nessuno sospettava niente, nemmeno il personale del negozio, ma dentro di lei cresceva la sensazione di trovarsi su un filo sottile tra eccitazione e rischio.

Le sue giornate erano scandite da pensieri audaci, momenti rubati in cui si lasciava trasportare dalle fantasie di ciò che avrebbe potuto accadere ancora. Il supermercato non era più solo un luogo di spesa, ma un territorio di caccia dove ogni dettaglio poteva trasformarsi in una promessa. Sentiva il bisogno di rivivere quel brivido, di essere ancora una volta desiderata da un uomo che non conosceva, che la voleva solo per il piacere di un incontro proibito.

Il piacere della trasgressione

Un pomeriggio, mentre camminava tra gli scaffali, incrociò lo sguardo di un uomo più giovane, affascinante, con un sorriso malizioso che le fece battere il cuore più forte. La tensione elettrica tra loro fu immediata, un’intesa silenziosa che non aveva bisogno di parole. Lui le passò accanto con lentezza, sfiorandole appena il braccio, come un invito sottinteso.

Martina sapeva esattamente cosa stava accadendo. Lo seguì con lo sguardo mentre si dirigeva verso le casse, poi lo vide uscire e fermarsi nel parcheggio, appoggiato alla sua auto. Un chiaro segnale, un richiamo che non poteva ignorare. Sentì il sangue pulsare nelle vene mentre si avviava verso di lui, con un sorriso sicuro e il cuore in tumulto. Il gioco era ricominciato, e lei non vedeva l’ora di lasciarsi travolgere di nuovo.

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